Alla ricerca della perfezione impossibile

Accettarsi… non accettarsi

Accettarsi… non accettarsi

Perché tutte le volte che i nostri figli sono tristi, addolorati, arrabbiati, delusi e quant’altro, entriamo in agitazione?
Perché ci è così difficile stare accanto a loro quando soffrono?
Col passare del tempo, abbiamo imparato a superare l’ansia che ci assaliva al loro primo colpo di tosse e a intervenire in maniera adeguata: in questa fase turbolenta torniamo a sentirci spiazzati di fronte alle nuove sofferenze che, inevitabilmente, il “diventare
grandi” porta con sé.
Una parte di noi, a fatica, ricorda e comprende quanto sia difficile affrontare tutti questi cambiamenti, imparare a essere persone che devono scegliere “chi” essere e “come” esserlo (sia dentro che fuori).
Un’altra parte di noi rischia di banalizzare.
Le lamentele e i malumori dei nostri figli ci sembrano uno spreco di energia, una forma di immaturità.
Avvertiamo tutto questo dolore esagerato a confronto con le delusioni e le frustrazioni che la vita adulta può averci imposto.
Ma come possiamo pensare che a 12 anni si debba avere l’esperienza dei 40? E poi, a ben guardare, in che cosa si differenziano i contenuti? In entrambi i casi c’è un dover fare i conti con quello che manca!!!
Un conflitto perennemente aperto tra ciò che siamo e quello che vorremmo essere.

Dal diario di una mamma

Martina, mia figlia, la mia gioia, il mio orgoglio, in terza media ha cominciato a essere fissata sul fatto di dover dimagrire, anche se non mi sembrava assolutamente in sovrappeso.
Tutto sembra cominciare in occasione del saggio di danza.
Per lei era particolarmente importante “essere perfetta” in questa sua prima uscita pubblica.
Negli ultimi tempi la sentivo inquieta e nervosa.
Sapevo di uno scontro con la sua insegnante e di un clima molto competitivo con le sue compagne di corso.
Ad un certo punto decide di sottoporsi ad una dieta rigorosa, comunicandolo come dato di fatto non discutibile.
Sono iniziate così liti continue.
Tutto quello che le proponevo nel piatto non andava mai bene, era sempre troppo o sbagliato!
Mi accusa di non volerla aiutare a raggiungere un obiettivo importante per lei.
Mi rendo conto che sta combattendo una battaglia enorme.
Mi sembra di sentire nel mio stomaco i morsi della sua fame e mi sento morire…
Cosa le sta succedendo? Che cosa la preoccupa? Sono in vista importanti cambiamenti e relative separazioni: il corso di danza, la scuola media.
Non saranno troppi tutti questi addii?
Provo a parlarne con lei e scoppia in un pianto liberatorio!
È preoccupata di non essere adeguata ad affrontare l’inizio delle scuole superiori.
Questo passaggio a una dimensione nuova e più “da grande” le piace, le suscita desideri e fantasie, ma le fa anche una terribile paura!
Il suo voler essere più magra e più bella è il suo modo di controllare la paura di non essere accettata, di non andar bene così come è per questo primo e vero debutto in società.

Le nostre emozioni

  • Mi sento tremendamente arrabbiata e impotente…
  • Perché non riesco a farla ragionare.
  • Ho paura che si possa fare del male.
  • Ogni cosa che provo a dire o a fare sembra sbagliata!
  • Mi sento inutile.
  • È terribile questa sensazione di non poter togliere quel tormento a mia figlia.
  • Vorrei poterle dare la soluzione e farla uscire dalla sua sofferenza.
  • In che cosa ho sbagliato?

Dobbiamo imparare che non possiamo “sbrogliare la matassa” al loro posto.
Quando li vediamo in difficoltà la tentazione è quella di addossarci tutte le responsabilità pensando che sia frutto di un nostro fallimento educativo.
Chiederci, ossessivamente, in cosa abbiamo sbagliato non fa che produrre un rumore di fondo che non ci aiuta ad ascoltare cosa hanno da dirci i nostri figli.

Che cosa fare?

  • È importante che impari a saper aspettare.
  • La mia paura è un segnale di sfiducia.
  • Posso starle accanto incoraggiandola a cercare un significato a questo suo momento di difficoltà.
  • Può essere utile parlare insieme dei modelli che il mondo propone e commentare i messaggi trasmessi dalla televisione o dai giornali.
  • Se mi sento in difficoltà posso chiedere aiuto.

Sappiamo bene anche noi “grandi” quanto sia difficile, a tutte le età, non farsi condizionare dal mondo esterno.
E quindi un ideale di bellezza difficile da raggiungere potrebbe rappresentare, alla loro età, una sfida da accettare per dimostrare di poterci riuscire.
È importante potersi confrontare su questo, ascoltando quello che hanno da dirci loro.
Ricordiamoci che ascoltare significa non pretendere di dare risoluzioni, ma accogliere quello che nostro figlio ci vuole raccontare nei modi e nei tempi che gli sono propri.