Alla ricerca della perfezione impossibile

Perfezione impossibile

Alla ricerca della perfezione impossibile

Sembra ieri che noi stessi interrogavamo lo specchio di casa, che ci tormentavamo sulle imperfezioni che lui, il perfido specchio, ci rimandava senza alcuna pietà, e oggi lo spettacolo si rinnova.
Ma non siamo più noi, con le nostre pustole, i capelli troppo ricci o lisci, gli occhi neri anziché azzurri, il fisico troppo magro e ossuto piuttosto che troppo tondo… oggi sono i nostri figli che lo interpellano con la stessa rinnovata trepidazione.
Il periodo della pubertà è il momento in cui ragazzi si confrontano in modo diretto con la propria immagine che si trasforma e l’incertezza legata al cambiamento li spinge a misurarsi non solo più con i modelli familiari, ma con quelli proposti dal mondo dei coetanei, dalla televisione e dalle riviste.

Dal diario di un papà

Oggi c’è stato il primo scontro aperto con mio figlio.
Da diverse settimane in casa serpeggiava il malumore, era tutto uno sbattere di porte, di vestiti buttati in giro per casa, la sua camera un campo di battaglia e mezze frasi sul suo diritto a scegliere da solo quali vestiti comprare e quale barbiere scegliere.
Avevo fissato per il giorno dopo il tradizionale appuntamento dal nostro barbiere storico.
Tagliarci i capelli insieme era qualcosa che facevamo da sempre, un nostro momento da uomini.
È stato un duro colpo sentirmi dire che preferiva cambiare e provare, insieme al suo migliore amico Pietro un nuovo parrucchiere.
Proprio il suo compagno di classe che ha inaugurato la stagione “della cresta”!!!!
Quando mi ha annunciato che il taglio sarebbe stato proprio quello, non ci ho visto più!

Le nostre emozioni

  • Mi è sembrato di non contare più niente.
  • Ho provato una grande rabbia per quello che lui stava decidendo, perché era l’opposto di quello che avrei scelto io.
  • Ero deluso perché mi sembrava che stesse imitando gli altri in modo passivo e non stesse ragionando con la sua testa.
  • Sentivo messa in discussione la mia autorevolezza.
  • Non sopportavo la sua strafottenza!
  • Mi sentivo derubato di un nostro momento di complicità.

Momento difficile quanto ineluttabile.
Il passaggio di proprietà da noi a loro stessi.
Se fino a ieri insieme ai nostri figli portavamo a spasso un’immagine condivisa, di cui essere fieri e orgogliosi, oggi loro reclamano il diritto di scegliere chi essere… a partire dai capelli!

Che cosa fare?

  • Riflettere su come comprendere e aiutare mio figlio in queste sue prime scelte importanti.
  • Forse appellarmi ai miei ricordi di quando avevo la sua età: ero così diverso?
  • Mi era capitato di scegliere qualcosa che ai miei genitori non piacesse?
  • Come mi sentivo quando criticavano il mio modo di essere e di fare?
  • È utile riflettere sui modelli che il mondo esterno propone ai nostri figli.

Capire che lui si sta confrontando con qualcosa che faccio fatica a riconoscere, ma che fa parte dell’oggi in cui lui vive.
Potrei farmi aiutare da mio figlio a capire il significato che ha per lui “quel taglio” di capelli.
Dovrei sforzarmi di non confondere la sua scelta estetica con la perdita completa dei valori che abbiamo sempre condiviso.