Alla ricerca della perfezione impossibile

Sport e salute

Scegliere uno sport

In adolescenza la decisione riguardo all’attività fisica da praticare in modo regolare deve coinvolgere necessariamente i ragazzi.
Possiamo però aiutarli a fare la scelta migliore, partendo dai loro gusti ed interessi.
L’attività fisica può spaziare dalla pratica di uno sport in forma amatoriale o agonistica, alla danza, ai tragitti in bici fatti con regolarità.
Gli sport poi non sono tutti la stessa cosa, possono svolgersi al chiuso o all’aperto, individualmente o in gruppo e ognuno ha una sua specificità: in alcuni prevale la coordinazione oculomotoria, come nel tennis o il ping-pong.
Altri sviluppano maggiormente le capacità motorio-percettive, come la corsa o il nuoto.
Altri invece migliorano le capacità legate all’equilibrio, come per esempio lo sci.
Altri infine l’intesa di gruppo, come la pallavolo o il basket.
La scelta rimane quindi personale, coniugando età, capacità fisiche e motorie, gusti e affinità personali.

L’attività fisica stimola la crescita

Il corpo si sviluppa in modo più sano ed equilibrato.
L’attività fisica stimola la crescita di ossa e muscoli, rende più efficienti le articolazioni, affina l’equilibrio e il coordinamento dei movimenti.
I ragazzi che praticano con regolarità uno sport diventano più agili, vigili e preparati ad affrontare lo sforzo fisico.
Bici, basket, pallavolo, nuoto, corsa, calcio, arti marziali sono solo alcune delle molte attività che è possibile trovare sotto casa… e se l’idea di praticare uno sport non è gradita, allora ecco che fare il tragitto fino a scuola a piedi, camminando a passo sostenuto, o in bici può diventare una buona occasione per tenere il corpo allenato.



È possibile fare nuove amicizie.
Spesso la pratica di uno sport apre la possibilità di conoscere altri ragazzi, coetanei oppure di età diversa.
Si tratta di un’ottima palestra per socializzare e allenarsi nel rapporto con gli altri, fuori dalla cerchia stretta dei compagni di scuola.
L’attività motoria assolve inoltre un ruolo strategico, sia come sfogo della naturale esuberanza giovanile, ma anche come esperienza formativa.
Attraverso lo sport i ragazzi si abituano a gestire i loro impegni ed emozioni e migliorano la loro autostima.



Si impara più facilmente.
Il cervello umano si sviluppa e matura fino ai 21 anni: l’attività fisica contribuisce a stimolare dei processi neuronali che favoriscono la conoscenza in tutte le sue forme.
Esiste una correlazione tra sport e apprendimento: i bambini e i ragazzi che svolgono, oltre all’attività intellettuale, anche quella fisica diventano più “intelligenti”.
Inoltre chi pratica più di uno sport è favorito perché sviluppa aree diverse del cervello.



L’aspetto è decisamente migliore.
Il tradizionale nemico dello sport, fautore di sovrappeso e obesità ovunque, è il tempo passato davanti alla televisione o al PC.
Chi spende più di quattro ore di fronte al piccolo schermo ha un peso corporeo maggiore rispetto ai coetanei che vi restano meno di due ore.
La pratica di uno sport aumenta la tonicità muscolare, migliora il colorito della pelle e rende più agili e snelli nei movimenti.

L’altra faccia della medaglia

È molto importante incoraggiare nei nostri figli lo sviluppo del binomio sport – salute.
Bisogna però fare attenzione a non portarli a vivere un agonismo esasperato e a non favorire l’individualismo estremo.
Spesso nello sport le aspettative troppo elevate dei genitori o degli allenatori, la ricerca di una prestazione degna di un campione, di un fisico migliore o anche solo il desiderio di appartenere a un gruppo, possono portare a scegliere delle scorciatoie.
È molto importante per gli adulti sostenere sempre il principio di fondo secondo cui le competenze motorie, sportive, psicologiche e relazionali si sviluppano grazie a un impegno intelligente e costante nel tempo.
Perciò gli obiettivi da raggiungere devono essere proporzionali alle competenze dei ragazzi al fine di incrementare in loro la fiducia e l’autostima.
La motivazione al lavoro, alla fatica e all’impegno cresce se i ragazzi sono consapevoli delle proprie capacità e se l’ambiente in cui vivono è
stimolante e costruttivo.
Al contrario, i risultati facili e illusori raggiunti attraverso l’uso di sostanze dopanti e nocive per la salute non solo alterano il loro benessere psicofisico, ma anche compromettono seriamente lo sviluppo delle loro risorse personali.

I significati del doping

Il doping non è un fenomeno solo sportivo, ma di dimensioni sociali.
Viviamo in un tempo in cui spesso solo ed esclusivamente il risultato ha importanza, dove il profitto e la superficialità impongono modelli culturali che alterano e sconvolgono il senso etico della vita.
Così in una società che spinge la ricerca del successo immediato, il doping diventa per molti l’unica risposta per mantenersi allineati e all’altezza delle richieste.
Si usano sostanze dopanti quindi non tanto per avere successo, quanto per restare al passo delle prestazioni sociali, nello studio, sul lavoro o nel tempo libero.
Oggi la pratica del doping si sta espandendo anche fra gli sportivi non professionisti e si assiste al progressivo abbassamento dell’età dei giovani che fanno uso si sostanze dopanti.
In questo caso i pericoli per salute si moltiplicano a causa dell’inesperienza dei ragazzi e della mancanza di assistenza specialistica.

Le sostanze dopanti

Per doping si intende l’uso di farmaci e altre sostanze in grado di alterare il corpo e la mente allo scopo di migliorare le prestazioni sportive.
Le sostanze dopanti possono essere:


  • stimolanti: aumentano la resistenza e l’attenzione di fronte a situazioni di stress e fatica
  • diuretici: consentono di perdere peso in poco tempo per rientrare in categorie vantaggiose
  • anabolizzanti: inducono uno stimolo simile a quello dell’ormone maschile testosterone, principale responsabile dell’incremento della massa muscolare e quindi della forza
  • narcotici: appartengono alla famiglia degli oppiacei e vengono usati come analgesici quasi sempre in combinazione complementare con gli stimolanti
  • ormoni: sono sostanze presenti naturalmente nell’organismo, con la funzione di stimolare specifiche funzioni vitali.



Il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) considera il doping “contrario ai principi di lealtà e correttezza delle competizioni sportive, ai valori culturali dello sport, alla valorizzazione delle genuine potenzialità fisiche e delle qualità morali degli atleti”.
Queste sostanze provocano gravi danni all’organismo e creano dipendenza.

Dove rivolgersi

Ogni territorio ha un centro e/o ambulatorio della medicina dello sport. In caso di bisogno, per conoscere quello che è vicino a te, chiedi al tuo medico di famiglia o consulta la carta dei servizi ASL.