L’incontro con gli altri

L’incontro con gli altri

L’incontro con gli altri

Mamma/Papà… posso…? Andare a scuola in bicicletta, al pigiama party, a dormire da Diletta, in vacanza con Giulio, farmi un piccolissimo piercing, iscrivermi su un social network.
Quando i nostri figli cominciano a tempestarci di richieste di questo genere significa che il richiamo del mondo si fa sentire in tutta la sua intensità.
Cresce l’esigenza di mettere in soffitta la “stanza dei giochi” e tutto quello che può ricordare l’essere stato bambino.
Il giovane esploratore è alla ricerca di compagni interessati quanto lui ad affrontare questo viaggio emozionante, ma che, essendo il primo, fa anche un po’ paura.
Gli amici sono preziosi non solo perché permettono il confronto e partecipano alle scoperte, ma anche perché la loro presenza affettuosa aiuta a tollerare il dolore di non poter essere più “il piccolo di casa”.
L’appartenere a un gruppo diventa di vitale importanza per i nostri figli in questa fase in cui devono iniziare a separarsi da noi genitori, a scoprire pian piano chi sono loro, in cosa credono, che cosa li appassiona.
Il corpo in “cambiamento” fa sentire con forza il bisogno di sperimentarsi, inaugurando una nuova stagione.
Ci sentiamo pronti ad affrontare le novità?
Gli amici salgono nella hit parade degli interessi e il tempo migliore è quello trascorso con loro, il giudizio che conta è il loro, i segreti sono destinati a loro.
Come ci si può sentire, dopo più di dieci anni di “primo nella classifica”, a dover cedere il posto a degli sconosciuti?
Se riuscissimo a essere sinceri con noi stessi risponderemmo: “malissimo!!!” Non è affatto facile da digerire la perdita, al nostro rientro a casa, del loro sguardo adorante e del desiderio di trascorre del tempo con noi raccontarsi.

Dal diario di una mamma

Ho sempre accolto con piacere gli amici di mio figlio, mi dava gioia l’idea di farli sentire a casa, di rendere piacevoli i loro pomeriggi e coccolarli.
Quando ha iniziato le medie qualcosa ha cominciato a cambiare.
Gli amici continuano a esserci, ma è evidente che preferisce invitarli se noi non siamo in casa.
La porta della stanza rimane chiusa quando noi ci siamo…
Mi ronza intorno solo quando vuole ottenere qualcosa!
Oggi se ne è arrivato con la bella novità che tutti i suoi amici hanno deciso di andare a scuola in bicicletta e sarebbe ora che lo facesse anche lui.
Evidentemente mi vuol fare morire di infarto!
Non gli ho risposto, ha messo su un muso lungo tre metri ed è andato subito a chiudersi in camera.

Le nostre emozioni

  • Mi sento esclusa dal suo mondo.
  • Mi sembra di essere una presenza ingombrante.
  • Non mi racconta più tutto quello che gli succede.
  • Ormai tutta la sua giornata gira intorno agli amici.
  • Scopro di provare gelosia…
  • I suoi amici gli propongono sempre cose nuove da fare.
  • Tutte queste novità mi mettono ansia e paura di quello che potrebbe succedergli.
  • Si allontana sempre più da me!
  • Come mi sento? Alterno momenti in cui cerco di ricordarmi cosa pensavo e desideravo alla sua età e allora sorrido e mi rassereno… ad altri in cui non riesco a tenere a bada il dolore che mi procura il sentirmi invisibile, evitata o peggio maltrattata se dico dei no alle sue mille richieste.
  • Certo non sempre riesco a spiegargli questi miei no, forse perché si basano sulla paura.
  • Questo lo avverte perché, immancabilmente, mi risponde con “Non ti fidi di me”! È possibile trovare il giusto equilibrio tra eccessiva fiducia e sfiducia?

Che cosa fare?

  • È utile chiedersi che cosa mi spaventa tanto.
  • Capire se è un problema tutto mio o se ci sono delle ragioni vere.
  • Può aiutarmi affrontare una richiesta alla volta.
  • È utile prendersi il tempo necessario per valutare la situazzione.
  • Cercare di capire cosa mi spinge a dire no!
  • Confrontarmi con mio figlio per comprendere come pensava di organizzare questa prima avventura.