Sperimentare il rischio

Droghe legali e illegali

Droghe legali e illegali

Le droghe sono sostanze disponibili in natura o create artificialmente in grado di alterare la percezione della realtà.
Questa definizione non tiene conto della legalità o meno delle sostanze.
Anche l’alcol, il tabacco e i farmaci rientrano in questa categoria e, in caso di uso improprio, possono compromettere seriamente la salute nonostante il loro uso sia accettato dalla nostra società.
La distinzione tra sostanze legali e illegali è dunque di natura giuridica e niente ha a che fare con i rischi per la salute.
Ancor più pericoloso è il consumo congiunto di droghe di vario genere, come l’assunzione di alcol insieme ad altre droghe o insieme a farmaci di diverso tipo: l’alcol può provocarne l’aumento o la diminuzione degli effetti, l’aumento degli effetti collaterali e la comparsa di altri sintomi.

Le droghe influenzano il nostro cervello

Il cervello è formato da circa 100 miliardi di cellule nervose che trasmettono segnali: gli stupefacenti modificano la trasmissione di questi segnali nel cervello.
Quando vengono trasformati, i sentimenti e le percezioni sono alterate.
L’alcol, per esempio, agisce nelle regioni del cervello che controllano i processi del pensiero e del movimento.
L’LSD agisce sui centri ottici, mentre l’ecstasy interviene sui centri di controllo delle emozioni.


Se le droghe possono svelare le straordinarie potenzialità della mente, possono anche far affiorare angosce e conflitti.
Le diverse sostanze attivano nel cervello processi metabolici che controllano i più diversi stati psichici e che vengono percepiti a volte come piacevoli e desiderabili, altre volte come angoscianti e terrorizzanti: il rischio consiste anche in questo.
In caso di uso prolungato o di sovradosaggio, il cervello, e quindi anche la psiche, vengono alterati.
Possono conseguirne disturbi psichici e alterazioni del comportamento fino ad arrivare alla dipendenza, alle depressioni o a psicosi di tipo schizofrenico.


L’ecstasy determina principalmente un maggiore rilascio del neurotrasmettitore serotonina nel centro emozionale, nel centro di regolazione della temperatura e nel centro di regolazione del ritmo sonno-veglia del cervello.
Lo speed (polvere che contiene anfetamine e psicostimolanti sintetici) e la cocaina aumentano la concentrazione di noradrenalina (neuromediatore del sistema di reazione) e dopamina (neuromediatore del sistema di gratificazione e della percezione dell’Io) negli spazi intersinaptici.
LSD e funghi allucinogeni simulano l’effetto della serotonina in determinate aree cerebrali.
Si altera così lo stato di coscienza e la percezione sensoriale.
Nel caso di consumo di miscele gli effetti sono molto variabili.


Si ritiene l’ecstasy (MDMA) una droga dell’armonia che agisce sulle sensazioni, l’LSD e i funghetti droghe psichedeliche e allucinogene che agiscono sulle percezioni, la cocaina una droga di esaltazione dell’ego, l’hashish e l’erba droghe di rilassamento.


La cannabis è una pianta originaria dell’Asia centrale, la canapa indiana, che ormai viene coltivata ovunque; le parti utilizzate sono i semi, le fogli e i fiori (marjuana), ma può essere trovata in forme differenti come l’hashish (lavorazione della resina della pianta) o gli oli.
In genere viene fumata assieme al tabacco (canna), ma può anche essere ingerita abbinata a cibi o sotto forma di infusi.
Gli effetti sono immediatamente piacevoli: l’ilarità e una maggiore capacità di comunicare con gli altri sono seguiti poi da rilassamento, da un lieve impaccio motorio, da difficoltà di salivazione (bocca impastata) e da occhi arrossati.
L’assunzione in dosi elevate intensifica gli effetti provocando tachicardia, mal di testa, senso di pesantezza e paranoia, fino ad arrivare al così detto “collasso”: pallore, sudore freddo, nausea e capogiri, curabili con un po’ di calma e un bicchiere d’acqua e zucchero.
Il rischio di overdose è da considerare nullo.
I danni più gravi li risente il sistema respiratorio: volendo fare un paragone, una canna equivale a 4 sigarette (il fumo è trattenuto più a lungo, è più caldo e non si utilizza il filtro come in una sigaretta di tabacco).
Se assunta abitualmente questa sostanza può provocare alterazioni permanenti al cervello compromettendone la capacità di concentrazione e memoria.
Non crea una vera e propria dipendenza fisica, ma si può manifestare una dipendenza psicologica.
Oggi i derivati della canapa indiana acquistabile sul mercato sono sempre più potenti: a volte hanno un contenuto di principio attivo (THC) anche 3-4 volte superiore rispetto a pochi anni fa.
Ma siccome l’acquisto non avviene in farmacia e il prodotto non è accompagnato dal classico “bugiardino” del farmaco, il consumatore spesso non è preparato a fumare una sostanza così forte
e gli effetti negativi possono rivelarsi sgradevoli e pericolosi.


L’ecstasy (o MDMA) è un composto sintetico derivato dalle anfetamine, generalmente commercializzato in pillole, capsule o liquido.
Gli effetti, che raggiungono il culmine dopo circa un’ora e durano per 4-6 ore, sono spesso imprevedibili e diversi poiché una pastiglia di ecstasy può contenere tagli di LSD, anfetamine e morfina.
L’ecstasy dà la sensazione di capire e accettare meglio gli altri, fa credere a chi l’ha assunta di poter facilmente affrontare una conversazione impegnativa, di essere disinibita e spigliata nelle relazioni e di avere energie illimitate: è come se venisse meno ogni barriera e le persone si sentissero meno inibite, senza sonno, fame o fatica.


L’MDMA causa un rapido aumento della pressione sanguigna e della temperatura corporea, che può raggiungere anche i 40°, e portare al colpo di calore con gravi rischi per la vita.
Provoca anche brevi impeti di gioia accompagnati talvolta da nausea.
L’ecstasy è una sostanza molto diffusa tra i giovani, che ne fanno uso soprattutto durante le serate in discoteca per mantenere alto l’umore, annullare la fatica e riuscire a ballare più a lungo, senza fermarsi mai.
In realtà è proprio la perdita di liquidi che provoca la disidratazione.
Se si consuma contemporaneamente anche alcol aumentano i rischi di collasso cardiocircolatorio e di trombosi.
Un sovraddosaggio di ecstasy è caratterizzato da tachicardia aumento della pressione sanguigna, svenimenti, crampi muscolari e/o attacchi di panico.
Il modo per risolvere queste situazioni è bere molto e rilassarsi, ma nel caso i sintomi non scompaiano e sopraggiungano perdita di coscienza e disturbi visivi è bene ricorrere al più presto all’aiuto di un medico.


Le anfetamine sono stimolanti chimici presenti sul mercato illegale soprattutto sotto forma di pasticche.
L’anfetamina nasce come stimolante sintetico usato per sopprimere l’appetito, tenere sotto controllo il peso e curare alcuni disturbi mentali.
Viene però sempre più spesso usata come stupefacente e per aumentare le prestazioni fisiche (doping).
I suoi effetti provocano un aumento della capacità di attenzione e di vigilanza, scomparsa della stanchezza e facilità di parola.
Ovviamente dopo l’esaltazione, seguono sensazioni di depressione e irritabilità che spingono il consumatore a ripetere l’esperienza.
A causa dei suoi molteplici effetti, le anfetamine vengono utilizzate da chi pensa erroneamente di poter migliorare la propria capacità di memorizzazione (ad esempio, gli studenti prima di un esame), di eliminare il senso di fame (ad esempio, le ragazze a dieta) e di diminuire il senso di fatica e il dolore muscolare(ad esempio, gli sportivi durante gli allenamenti o una gara).
Le anfetamine vengono anche utilizzate a scopo ricreativo insieme all’alcol.
In tutti questi casi l’assunzione di anfetamine è assolutamente inutile perché oltre a non apportare alcun beneficio finisce per danneggiare gravemente il sistema nervoso di chi le assume.


La cocaina, polvere bianca e inodore, è un composto chimico derivato dalla pianta di coca, prevalentemente coltivata in Sud America.
Questa sostanza agisce sulla corteccia cerebrale, in particolar modo sui sistemi che regolano la memoria, l’appetito e il sonno.
Gli effetti sono euforia, allegria, sensazione di benessere, sicurezza, loquacità; questi però non durano molto e lasciano un senso di spossatezza, mancanza di energie e depressione che portano alla necessità di assumere nuovamente la sostanza.
In questo modo sin dalle prime volte si crea un senso di dipendenza, che rischia di diventare totale con le successive assunzioni e l’aumento delle dosi.
I primi effetti della cocaina in chi la assume sono gli occhi arrossati e le pupille dilatate.
Successivamente possono comparire riniti, un’alterazione del ritmo sonno-veglia e della personalità, perdita di peso e cambiamenti nelle abitudini alimentari.
Nel lungo periodo, chi fa uso di cocaina corre rischi molto gravi come stress, vita disordinata, cambiamenti repentini di umore, irritabilità, dimagrimento, infarti, gravi danni al sistema nervoso centrale e disturbi mentali, deliri, depressione, comportamenti violenti che azzerano totalmente la capacità autocritica dell’individuo.
Il rischio più grave è l’overdose che provoca la morte per paralisi respiratoria.
Negli ultimi anni si è assistito a un costante aumento del consumo di cocaina, dovuto a una notevole diminuzione del prezzo che ha portato questa droga alla portata di tutte le tasche.


L’eroina è una sostanza ottenuta dalla raffinazione dei semi di papavero (dal quale si ottengono anche oppio e morfina), si presenta sotto forma di polvere bianca o marrone e viene assunta più comunemente iniettandola in vena o fumandola.
Più di ogni altra sostanza, l’eroina genera rapidamente una forte dipendenza fisica e psichica: gli effetti immediati dell’assunzione di eroina sono una generale sensazione di benessere, la scomparsa di angosce e l’annullamento del dolore fisico.
La dipendenza porta a un aumento sempre maggiore delle dosi che però, in caso di assenza, portano a violente crisi di astinenza.
Queste crisi sono molto forti e si manifestano con vari disturbi come attacchi di ansia, sudorazione, alternanza di caldo e freddo, crampi, dolori addominali, aumento della pressione e della temperatura corporea.
Nel lungo periodo il consumo di eroina provoca un decadimento generale dello stato di salute (abbassamento della difese immunitarie, flebiti e ascessi), lo scambio di siringhe usate aumenta i rischi di contrarre l’HIV e l’epatite e l’assunzione ininterrotta di questa droga può causare overdose e portare alla morte.

Le “smart drugs”

Il loro nome significa letteralmente droghe furbe.
Tra queste troviamo sostanze, solitamente di origine naturale, con una composizione chimica che ricorda quella degli stimolanti, come l’ecstasy, o di alcuni allucinogeni.
Esiste una notevole confusione su smart drugs, droghe vegetali, droghe etniche, droghe etnobotaniche, droghe naturali, bio-droghe.
Si tratta di sostanze che spesso non sono proibite, e spaziano dalle erbe alle vitamine, fino agli ormoni, agli amminoacidi e ai farmaci classici, comprendendo in modo molto generico tutte le sostanze naturali o chimiche possibili e immaginabili.
Per questo gli effetti e i rischi sono estremamente diversi, ma smart non significa assolutamente innocuo!
Le “smart drugs” in senso stretto sono quelle sostanze che dovrebbero aumentare la capacità di studio, di memorizzazione, di concentrazione e quella relazionale.
Ma le conseguenze delle smart drugs non sono ancora stati sufficientemente analizzate e spesso gli effetti secondari e quelli a lungo termine non sono chiari.



Uno dei rischi più gravi è il mettersi alla guida di un qualunque mezzo dopo l’assunzione di sostanze, poiché le facoltà percettive e motorie sono alterate.