Sperimentare il rischio

Fumo negli occhi

Fumo negli occhi

Il dolore fa parte della vita.
Inevitabilmente anche i nostri figli lo incontreranno nel loro cammino.
Confrontarsi con questo “ospite indesiderato” è un passaggio obbligato che permetterà di raggiungere la maturità emotiva.
Dovranno osservare e riconoscere le modalità con cui lo accolgono o lo rifiutano.
Ci saranno molte sperimentazioni prima di riuscire a trovare il giusto modo per convivere con questo “indesiderato”.
A volte negheranno la sua presenza (alcol), in altre eviteranno di fare conversazione con lui (spinelli), altre ancora lo sfideranno per farlo sentire un essere perdente (piercing).
Questi tentativi aiuteranno i ragazzi a conoscersi, a confrontarsi con limiti e risorse, per poi riuscire ad avere un’immagine accettabile.
Sappiamo che nei viaggi in terre poco conosciute perdersi fa parte degli incidenti di percorso, ma che non c’è soddisfazione maggiore di ritrovare la strada riuscendo a superare le difficoltà.

Dal diario di una mamma

Pensavo di conoscere mio figlio in tutto, dai suoi giri di divertimenti alle sue amicizie, che ho sempre incoraggiato perché socializzasse con i suoi coetanei.
Questo fino a ieri… avevo un impegno di lavoro che mi avrebbe tenuta fuori casa fino a tarda sera, mio figlio lo sapeva e avrebbe pranzato e studiato a casa con il suo migliore amico.
Una serie di contrattempi mi hanno costretta, in modo del tutto imprevisto, a passare da casa per recuperare dei documenti di lavoro.
Sono entrata, trafelata, nella sua stanza dove pensavo che stesse studiando con il suo amico del cuore… e invece mi ha assalito un forte odore dolciastro… mentre loro si affrettavano ad aprire la finestra, nascondendo un portacenere sotto i libri.
Scioccata quasi quanto loro, non ho potuto fare a meno di notare i loro occhi arrossati e uno strano sguardo inebetito, così, dopo aver chiesto che cosa stessero facendo, mentre farfugliavano risposte incomprensibili, sono uscita dicendo che ne avremmo riparlato al mio ritorno.

Le nostre emozioni

  • Mi sono sentita perduta e incapace di affrontare il mio ruolo di madre.
  • Dove ho sbagliato? Sono arrabbiata, spaventata e confusa.
  • Come posso accettare che mio figlio fumi gli spinelli? Io che credevo di averlo educato secondo il rispetto di se stesso e delle regole.
  • Avrei voglia di aggredire mio figlio, di punirlo e di non farlo più uscire, mostrandomi delusa.
  • Vorrei vietargli quello che ritengo non si debba fare.
  • Vorrei poter riassumere il pieno controllo sulla sua vita, esercitando la mia autorità di genitore.
  • Ma non servirebbe a nulla, se non a peggiorare i rapporti tra noi e il piccolo ribelle, che di fronte a un divieto senza significati a lui comprensibili, accrescerebbe ancora di più la sua voglia di trasgressione e la sua rabbia.
  • È importante, invece, riuscire a comprendere che senso abbia per lui fare queste esperienze proprio in questo momento della sua vita attraverso un dialogo e un confronto che non lo facciano sentire solo e “sbagliato”.

Che cosa fare?

  • Quando scopro che mio figlio fuma gli spinelli, è importante che gli mostri la mia preoccupazione, che lui potrà leggere come segno di interesse e di apertura verso di lui.
    Cerco di parlare con lui, per poter comprendere meglio i suoi stati d’animo, i sentimenti, i malesseri, le frustrazioni e le sue aspettative.
    So che sta attraversando un momento difficile, in cui non si riconosce più.
    Ho bisogno di trovare una modalità che mi permetta un dialogo, senza demonizzare quello che lui sta facendo.
    Devo comunque cercare di avere un approccio che dimostri che voglio capire davvero le sue ragioni.
    Se lo aggredisco e lo “chiudo” con i miei rimproveri e le mie preoccupazioni lui non mi ascolterà e interromperà le comunicazioni con me, in questo caso lui sarà veramente solo.
    Questa disavventura può essere un’ulteriore occasione per rafforzare il rapporto con lui.
  • Certamente è difficile non essere inquisitori e soffocanti quando sentiamo che nostro figlio si è avvicinato proprio a ciò che ci spaventa di più, la droga.
    Accettare in silenzio non li aiuta a sentirsi contenuti, così come l’eccessiva rigidità rischia di incitarli a voler negare la dipendenza dalla nostra autorità.
    Non è un compito facile né per noi né per loro.
    Dobbiamo fare in modo che rimangano aperti i canali comunicativi, che possano e vogliano confrontarsi anche con noi, ma allo stesso tempo saper dare delle regole, da comprendere e da rispettare.
  • È importante riuscire a essere informati sulle sostanze che circolano in questa epoca, per poter essere interlocutori affidabili agli occhi dei nostri figli.
    Dobbiamo imparare a distinguere quello che può essere un incontro sporadico e occasionale con le sostanze dai primi segnali di dipendenza.