Sperimentare il rischio

Sperimentare il rischio

Sperimentare il rischi

Come viviamo i traslochi, anche se li abbiamo messi in agenda?
Siamo aperti ai cambiamenti o abbiamo difficoltà nel lasciare quello che, anche con fatica, fa parte del quotidiano conosciuto?
Si apre la fase in cui i nostri figli cominciano a preparare le valigie che devono accompagnarli nel viaggio verso l’adultità.
Lasciarsi alle spalle il “nido caldo e sicuro” dell’infanzia, l’immagine di sé stabile e rassicurante, il potersi completamente affidare alla propria famiglia è davvero difficile e pieno di sofferenza.
Anche per noi non è facile accettare le richieste “adulte” del nostro “bambino” che ci colgono sorpresi e impreparati.
Ci fa girare la testa tutto questo bisogno di andare e venire, il loro continuo stare appiccicati al telefonino o sui social network, la smania di “andare da…”, di fare mille cose, di tornare
sempre più tardi.
Certo, guardando attentamente ci accorgiamo che è diverso, che il “nostro bambino” si è trasformato in qualcosa che ci
spaventa e ci preoccupa.
Loro, i nostri figli, si trovano a dover affrontare un periodo abbastanza lungo e complicato dove le parole d’ordine sono e saranno: confusione, irrequietezza e difficoltà.
Le trasformazioni e i cambiamenti della pubertà fanno sentire il bisogno di prendere le distanze dal loro essere stati un certo tipo di bambini e questo crea, in loro, non pochi problemi nel riuscire a capire e a gestire sensazioni, pensieri e di conseguenza le scelte di vita in questo periodo.

Dal diario di una mamma

Ho il cuore in gola.
Oggi tornando a casa ho deciso di rimettere un po’ a posto la camera di mio figlio.
Lui è un grandissimo disordinato che – come dice lui – vive bene nel suo caos.
Io decisamente no e, anche se cerco di resistere a riordinare al posto suo, dopo un certo numero di giorni non ce la faccio più e intervengo.
Mentre sistemavo libri e tiravo su pantaloni e magliette mi sono ricordata che non avevo controllato il diario di scuola.
So quanto è svagato ed è sempre meglio che verifichi gli avvisi che la scuola manda.
Affondo le mani nella cartella per pescare il benedetto diario e tasto, con mia grande sorpresa, un pacchetto di sigarette!

Le nostre emozioni

  • Sono sorpresa.
  • Nessuno in casa fuma.
  • Abbiamo smesso quando è nato lui.
  • Ha sempre disapprovato i ragazzi che iniziano a fumare e criticato, duramente, il vizio negli adulti.
  • Non sopporto e non riesco a credere, che il mio ‘bambino’ ora si rovini la salute fumando.
  • Cosa gli è successo?
  • Cosa significa questo cambiamento improvviso?

Il viaggio che hanno intrapreso è un cammino tortuoso, a strade piane si alterano percorsi in salita dove i dislivelli mettono a dura prova la forza e la resistenza.
Avvicinarsi a sostanze sentite proibite ai bambini, ma concesse agli adulti può essere un modo per “farsi coraggio” di fronte alla paura di non farcela.

Che cosa fare?

  • Aggredirlo e urlargli addosso la sua incoerenza non mi aiuta a capire perché ha rinnegato i suoi vecchi propositi.
  • Posso cercare di capire che cosa lo ha spinto a voler provare a fumare.
  • È successo qualcosa di particolare, in questi ultimi mesi, che può aiutarmi a capire il suo cambio di rotta?
  • Può aiutarmi a non drammatizzare pensare che, alla sua età: volevo provare anche io cose nuove, mi faceva sentire importante e speciale l’idea di appropriarmi di cose che appartenevano al mondo degli adulti.
  • Provare è, forse, il modo di valutare in prima persona e cominciare a scegliere sviluppando il suo punto di vista.

Possiamo confrontarci su che cosa significa per lui fare le sue prime scelte importanti e come si sente a dover fare i conti con i mille condizionamenti che il mondo propone.