Riflessioni di una professoressa

Lavori in classe
Didattica
Comunicazioni

17 Febbraio 2020

Carissimi con molto piacere vi riportiamo alcune considerazioni sull’esperienza “Diario della salute” in classe, fatte da una professoressa di Alessandria che pensiamo possa essere spunto di riflessione. Buona lettura.

A progetto concluso, posso affermare che il percorso intrapreso con i ragazzi è stato certamente utile e illuminante.
Dal punto di vista degli alunni coinvolti, il sondaggio finale ha messo in evidenza un ampio apprezzamento, soprattutto legato al fatto di aver scoperto cose nuove.

Per quanto mi riguarda, non ho dubbi sul fatto che lo sforzo e l’impegno impiegati nello sviluppare il percorso, abbiano portato vantaggi anche nella gestione del rapporto insegnante-alunno, che è poi il presupposto fondamentale per comunicare con i ragazzi, coinvolgerli ed interessarli, qualunque sia la materia insegnata

Con gli alunni di una sede si è consolidato il buon rapporto già instaurato nel corso del precedente anno scolastico e si è approfondita la familiarità reciproca. Insegnare matematica non facilita una conoscenza più profonda dei ragazzi, dei quali si possono giudicare le capacità logiche o la dimestichezza nel calcolo, ma non sempre la personalità più intima, le paure, le aspettative.

Questa constatazione mi ha portato, nel corso degli anni, a cercare canali di comunicazione anche differenti da quelli richiesti tradizionalmente dalla didattica relativa alla mia materia: investo quindi volentieri qualche ora del tempo a mia disposizione per promuovere il confronto su vari argomenti di interesse comune, faccio comporre temi o leggo quelli che i ragazzi elaborano per l’insegnante di lettere.

Il progetto mi ha fornito quindi un nuovo apprezzabile strumento per conoscere gli alunni: grazie ad esso, alcuni di loro, tendenzialmente molto timidi, chiusi o poco collaborativi, hanno tirato fuori potenzialità finora nascoste, rivelando una profondità di pensiero imprevedibile ed una autoironia a volte spiazzante.

Ancora più evidenti sono stati i benefici conquistati nell’altra sede, dove lo forzo di instaurare un rapporto con i ragazzi ha dovuto fare i conti con le fisiologiche riserve iniziali degli alunni nei confronti di una nuova insegnante, oltre che con le difficoltà di gestione di una classe molto vivace e dispersiva.

Certamente anche grazie al progetto, credo di poter affermare che si sia creato un rapporto di fiducia, forse addirittura di vera e propria “complicità” con i ragazzi, che ora hanno imparato a rispettare richieste e tempi, che vengono a confidarmi i propri stati d’animo, che sempre più spesso chiedono consigli.

Riscontri positivi sono giunti infine anche da parte di molti genitori, alcuni dei quali hanno verificato piccoli ma significativi cambiamenti nel loro rapporto con i figli mediati, tra l’altro, anche dal diario che ho consigliato ai ragazzi di usare tutte le volte in cui sentono il bisogno di dare sfogo alle emozioni…”